Welfare aziendale, parlando di questo tema si sa che è una realtà in cambiamento costante. Le realtà, i parametri, del Novecento ora sono profondamente cambiati. Ed in futuro subiranno ulteriori modifiche. Uno dei punti più delicati riguarda il welfare aziendale dei dipendenti. Chiamati più difficilmente che in passato a coniugare il lavoro con la vita privata.
Coniugare carriera e famiglia
Un aspetto che diventa ancor più delicato se si parla di gentil sesso. Delle esigenze delle donne di unire le necessità di carriera a quelle familiari. E per riuscire a compiere questa unione, spesso non facile, è necessaria una certa flessibilità. Quando si utilizza questo termine si intende indicare tutta quella serie di benefit, di prestazioni e di possibilità – non monetarie – messi in pratica per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. E proprio questo tema, il welfare, preoccupa non poco le neo-mamme. Una preoccupazione raccontata da Letizia Mencarini, professoressa di Demografia all’università Bocconi di Milano. La quale dal 2013 porta avanti una ricerca all’interno del progetto Swell-Fer. Si tratta di un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea per studiare il rapporto fra fertilità e benessere.
Lo studio
E le risposte che finora il Vecchio Continente ha dato sul tema sono molto diverse. Da una parte le donne dei paesi mediterranei e dell’Est sono alquanto negative dopo l’arrivo di un figlio. Mentre più ci si alza verso nord, verso il mondo scandinavo, più le signore sono positive nel riuscire a coniugare vita lavorativa e familiare. A tutte le donne coinvolte in questo studio è stato chiesto, dopo la nascita del figlio, il suo livello di felicità. E se questo fosse calato rispetto al “livello di felicità” raggiunti nel corso della gravidanza. Ovviamente, generalizzare e pensare che sia così per tutte le signore è sbagliato. Questo senso di negatività della maggior parte delle donne intervistate in questo studio deriva soprattutto dalle singole situazioni personali. Ma certo una componente importante in questo malessere è dovuto anche alle politiche di welfare.
L’esempio di welfare aziendale nel Nord Europa
Nel Nord Europa vi sono politiche all’avanguardia su questo tema. Oltre ad una attenzione particolare alle necessità delle donne, fattori che non sempre si possono ritrovare anche nel nostro paese. Un esempio di welfare aziendale? In Norvegia non si organizzano mai riunioni alle ore 18 ma fino alle 14. Perché alle 16 mamma o papà va a scuola a prendere i bambini. Uno studio che vede la felicità familiare arrivare soprattutto quando i bimbi arrivano dopo i trent’anni. Prima una minore stabilità economica rischia di pesare non poco nella felicità dei nuclei familiare.
Il welfare aziendale in Italia
In questi ultimi anni, comunque, la situazione è migliorata anche in Italia. Anche grazie alle politiche familiari messe in pratica direttamente da diverse aziende. Secondo il rapporto Welfare 2015 realizzato da Od&M Consulting, ormai più del 50{f84bd58518a26f792c7504957eb179843eba739688bbf3b44237bba37e3d266d} delle aziende italiane ha attuato un piano di welfare aziendale e la metà di esse lo ha introdotto nel biennio 2014/2015. Tutto ciò perché ormai anche il tessuto produttivo italiano ha capito quanto un lavoratore ed una lavoratrice felice e soddisfatta possa lavorare con sempre maggior produttività.
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