Il contratto di rete è un istituto innovativo sempre più utilizzato. Nel nostro sistema produttivo si sta ritagliando un posto sempre più al sole. Perché permette di realizzare un modello snello ed agile di collaborazione tra imprese, che consente di lavorare insieme mantenendo la propria indipendenza.
L’obiettivo
L’obiettivo di questa formula è accrescere la capacità innovativa e competitiva sul mercato. Facendo rete fra imprese, ma ciascuna di essa mantiene le proprie specificità. Questa tipologia di contratto prevede che gli imprenditori si impegnino a collaborare fra loro. In forme ed ambiti ben definiti ed attinenti al settore della propria attività. Questo con un obiettivo comune e con un programma di base, scambiandosi fra loro informazioni, prestazioni e risorse. Mettendo così in rete potenzialità tecniche, tecnologiche ed economiche, esercitando insieme una o più attività che rientrino nel proprio settore di competenza. Nel 2009 il primo Decreto legge che ha istituito questa forma di collaborazione, con la legislazione italiana che ha sempre più negli anni regolato la materia.
Ma come si fa?
Ma come si realizza il contratto di rete? Prima di tutto più imprenditori devono accordarsi sulle finalità del progetto. Quindi ci sono tre possibilità, fra le quali gli aderenti possono scegliere. La prima strada riguarda la redazione di un atto pubblico, con stipula davanti ad un notaio. Si potrebbe poi optare invece per una scrittura privata autenticata. Sempre alla presenza di un notaio. Ma solamente per l’autenticazione delle firme di tutti gli imprenditori partecipanti. Terzo ed ultimo passo per la creazione di un contratto di rete è la sottoscrizione dell’atto ufficiale di stipula con la firma elettronica. A norma degli articoli 24 e 25 del Codice dell’Amministrazione Digitale, infatti, ciascun imprenditore o legale rappresentante delle aziende aderenti devono sottoscrivere l’atto con la firma elettronica.
Due possibilità per il contratto di rete
Vi sono poi due possibili forme di attuazione fra le quali gli imprenditori possono scegliere. Da una parte, stipulando un contratto fra imprese, nascerebbe un soggetto con forma giuridica autonoma. Che dovrà essere iscritto al Registro delle Imprese, con un suo fondo patrimoniale ed un organo di gestione comune. Diverso è se le aziende aderenti decidono di condividere programma ed obiettivo comune. Ma senza dar luogo ad un soggetto giuridico autonomo. A quel punto basterà un contratto di rete base per rendere operativo il progetto, potendo anche sottoscrivere tutto semplicemente on line. Secondo i dati, aggiornati all’inizio di marzo 2017, finora sono 17.664 le imprese italiane che hanno sfruttato questa possibilità. Attraverso la stipula di 3.479 contratti di rete. La parte del leone la fa la Lombardia con 2.862 aziende che hanno optato per questo istituto, davanti alle 1.701 della Toscana ed alle 1.692 del Lazio.
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