Il 14 luglio 2016, Confindustria, CGIL, CISL e UIL hanno sottoscritto un accordo per consentire alle imprese prive di rappresentanze sindacali di erogare premi di risultato aziendali collegati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione.
In attuazione al Decreto 25 marzo 2016 – che prevede l’applicazione di un’agevolazione fiscale alla retribuzione di produttività erogata in esecuzione di contratti sottoscritti a livello territoriale o aziendale – le parti hanno convenuto che l’accordo quadro territoriale sottoscritto, tenendo conto del suo carattere cedevole rispetto ad eventuali e specifiche intese aziendali o pluriaziendali, costituisce un modello utile per l’attuazione delle finalità perseguite dalla legislazione in materia di misure per l’incremento della produttività del lavoro e, pertanto, per il conseguimento dei relativi benefici per i lavoratori.
Ad ogni modo, le parti hanno confermato il modello e la funzione dei due livelli di contrattazione, così come esplicitato nel Testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 anche con riferimento alle procedure per l’efficacia delle intese modificative.
Come dichiarato dalle sigle sindacali, in pratica, l’accordo quadro affida alle parti sociali del territorio un ruolo propulsivo per guidare le imprese di minori dimensioni verso l’introduzione di forme di salario variabile legate ai risultati aziendali.